A differenza del social network di Zuckerberg, il sito di microblogging (questa sarebbe la definizione originaria di Twitter che prevede mini testi da 140 caratteri ciascuno) non distingue tra profili personali e profili aziendali e per di più il contatto non è bidirezionale come su Facebook: seguire un account, infatti, non significa che questo ci segua a sua volta. Insomma conquistare “followers” può risultare meno immediato, ma non per questo meno efficace, che ottenere “amici” o “mi piace”. Ma vediamo, punto per punto, qualche consiglio utile.
1 – Creare il proprio profilo Twitter
Aprire un profilo su Twitter è molto semplice: bastano poche informazioni di base per iniziare. Scegliete un nome accattivante per l’account: potrebbe andare bene anche il nome della vostra azienda. Prestate particolare attenzione alla compilazione della breve biografia che sarà visibile sotto il vostro nome utente. Compilate tutti i campi richiesti, compreso il sito web di riferimento e la località in cui si trova l’azienda. L’immagine del profilo può essere il vostro logo mentre come immagine di copertina potete usarne una che avete scelto per una pubblicità o comunque qualcosa che rappresenti bene l’essenza del vostro business. E’ un po’ la vostra vetrina su Twitter: vi presenta agli altri utenti
2 – Far conoscere il proprio profilo Twitter
Più che con tutti i social network è buona pratica collegare il proprio sito aziendale all’account Twitter in modo da portare i visitatori del sito a conoscere la vostra attività di microblogging. Il collegamento può avvenire tramite il classico pulsante per la condivisione e/o con un box embeddato nel sito che ripropone i votri tweet in tempo reale. Inoltre, una landing page che permetta al visitatore di diventare follower in un click può risultare molto utile.
Ma come fare a farsi conoscere su Twitter? Innanzitutto seguendo i propri clienti più assidui i quali, vedendo che la vostra azienda ha un profilo, potrebbero decidere a loro volta di seguirvi. Altri profili da seguire per acquisire visibilità possono essere rintracciati tramite le cosiddette hashtag, ovvero le parole chiave precedute da # che permettono di intercettare utenti e profili interessati a quell’argomento. Ad esempio, la vostra azienda si occupa di marketing? Hashtag come #titolodellibro, #nomedellacollana, #genereletterario (naturalmente sostituendo all’indicazione generica i nomi corretti) e così via potrebbero fare al caso vostro. Potete anche seguire altre aziende della vostra zona, sebbene di settore diverso, o siti di news generiche o legate al vostro business. Se individuate profili particolarmente interessanti, poi, citarli nei vostri tweet attirerà la loro attenzione portandoli a visitare il vostro account. Per citare un altro utente, bisogna fare precedere il suo nome dalla chiocciola, ad esempio @ITespressoIT. Nell’esempio sopra potrebbe essere @nomeautore.
3 – I tweet, ovvero cinguettando si conquistano clienti
Certo non è semplicissimo imparare a sintetizzare un messaggio in 140 caratteri. Per questo, si possono usare le immagini che, sebbene non abbiano apparentemente la stessa visibilità che possono avere su Facebook, qui possono diventare addirittura più virali e assurgere più facilmente agli onori delle cronache. Inoltre, vale la pena tenere presente che non è necessario dire tutto in un tweet, ma basta attirare l’attenzione ed includere un link al proprio sito dove scrivere, invece, il testo di approfondimento. Ricapitolando, dunque, un tweet deve contenere: un messaggio breve ed efficace, almeno una hashtag strategica (magari una che in quel giorno è particolarmente usata, cosa che si può verificare nella colonna dei cosiddetti “trend topic”, nella colonna di sinistra della timeline di Twitter, e comunque una coerente con il proprio messaggio), la citazione di un utente che possa essere interessato al vostro messaggio e che, possibilmente, abbia un buon numero di follower, e un link al vostro sito. Un uso strategico delle hashtag, poi, contribuisce a conferire internazionalità al vostro profilo: è tramite queste speciali parole chiave, infatti, che anche utenti di altri paesi che ancora non vi seguono possono imbattersi nel vostro account e decidere di seguirlo.
Stare su Twitter, inoltre, permette di spaziare tra diversi argomenti in modo da scrivere tweet frequenti (ma non ossessivi). Evitando, dunque, argomenti che possono risultare controversi (politica, religione etc), è bene scrivere messaggi anche diversi da quelli strettamente legati al proprio business usando un linguaggio informale e “friendly”. Sono tweet che aiutano a farsi vedere anche le risposte a chi vi cita, o vi fa delle domande pubblicamente, e i cosiddetti retweet, ovvero la condivisione dei tweet scritti da altri: un buon modo per “animare” il proprio profilo e farsi notare.
Una delle occasioni in cui Twitter rende di più, comunque, sono i cosiddetti “live tweeting”. Organizzate o partecipate ad un evento? Usate Twitter per raccontare cosa accade momento per momento, usando l’hashtag ufficiale (sicuramente ci sarà) e citando altri partecipanti.
4 – Tweet e account sponsorizzati
Come ogni altra piattaforma, anche Twitter prevede forme di autopromozione a pagamento, sia degli account veri e propri che dei singoli tweet. E’ possibile scegliere accuratamente che tipo di visibilità dare al proprio account o tweet e che target raggiungere, non solo dal punto di vista degli interessi degli utenti, ma anche da quello geografico, ovvero se locale, nazionale o globale. Sponsorizzare un tweet o il proprio account significa, naturalmente, renderlo più visibile e quindi più facilmente raggiungibile da parte di utenti che diversamente potrebbero non arrivare mai a voi. Twitter, poi, prevede un sistema di pagamento per interazione. Si paga, cioè, in base ai follower conquistati o ai clic ottenuti: si sceglie un budget e ci si ferma una volta raggiunto. Il sito di microblogging prevede anche strumenti di analisi che consentono di verificare l’efficacia della sponsorizzazione. L’intero sistema a pagamento, che va sotto il nome di “Twitter Ads”, in Italia è al momento disponibile solo per le grandi aziende.
5 – Errori da non fare su Twitter
Ci sono applicazioni che permettono di condividere automaticamente un messaggio scritto su Facebook con un link su Twitter. I tweet così generati, però, risultano poco accattivanti, non hanno praticamente alcuna attrattiva e difficilmente invogliano gli utenti a cliccare. E’ evidente che si tratta di un automatismo e nessuno ha voglia di interagire con un software quando può farlo con tanti altri utenti “veri”. Voi lo fareste?
La sintesi a cui Twitter costringe può facilmente farci cadere nell’errore di usare il sito come una specie di deposito di slogan e pubblicità: proprio come i link generati automaticamente, gli slogan puri e semplici non sortiscono l’effetto desiderato perché non presuppongono interazione, cosa fondamentale sui social network.
Nell’ansia di farsi vedere, si può essere tentati di seguire quanti più utenti possibile. Il risultato rischia di essere grottesco se, ad esempio, seguite 1500 utenti e, invece, avete poche decine di followers. Davanti ad una situazione del genere, difficilmente altri utenti saranno tentati di seguirvi. Meglio collegarsi a meno utenti, ma utili e a tema rispetto al vostro target.
Evitate, poi, i messaggi diretti puramente commerciali: vi rendono troppo simili a spammer per essere efficaci. Di contro, gratificare chi vi cita concedendogli un retweet è sicuramente una buona mossa.